Sull’isola di Djerba si è conclusa in grande stile la quinta edizione del Tunisie Challenge, dopo un prologo emozionante e cinque tappe intense che hanno messo alla prova i 95 equipaggi in gara, metà dei quali italiani. Sotto un sole implacabile e su terreni resi ancora più impegnativi dall’assenza di piogge, i partecipanti hanno affrontato un percorso completamente rinnovato, dove la sabbia soffice è stata la vera protagonista, trasformando ogni chilometro in una sfida di guida, resistenza e strategia.

Un percorso da sogno tra dune, monti e piste veloci
Quest’anno la competizione, ormai punto di riferimento tra i rally-raid amatoriali del Nord Africa, ha offerto un itinerario spettacolare, capace di fondere adrenalina e paesaggi mozzafiato.
Dal prologo sulla spiaggia di Gammarth, che ha stabilito l’ordine di partenza, la carovana ha attraversato tratti di montagna, piste veloci e distese infinite di dune, toccando località iconiche come Sousse, Douz, Ksar Ghilane -con la tradizionale notte in bivacco allo Zmela Camp- sino all’arrivo finale sull’isola di Djerba, dopo un suggestivo tratto costiero di 30 chilometri. Dei 95 veicoli partiti, 72 sono riusciti a tagliare il traguardo, in un’edizione per molti concorrenti “dura ma entusiasmante”, un concentrato di avventura, tecnica e spirito di squadra.

Yellow Snail: cuore, tecnica e determinazione nel deserto tunisino
Tra i protagonisti assoluti di questa edizione ci sono Sergio de Biasi e Antonella Mancin, equipaggio Yellow Snail, che hanno portato la loro DR PK8 al traguardo con grinta e grande intelligenza tattica. “Partecipare al Tunisie Challenge è stato per noi emozionante e impegnativo allo stesso tempo” raccontano entusiasti. Dopo due esperienze al Maroc Challenge, la Tunisia ha rappresentato per Sergio e Antonella una nuova avventura, con condizioni più estreme e ritmi serrati. La loro vettura, una DR praticamente di serie, è stata preparata con cura ma senza eccessi: slitta paramotore in alluminio da 6 mm, sospensioni originali rialzate di 5 cm e pneumatici BF Goodrich K02 montati su cerchi Brain da 17 pollici. Tutto il resto di serie e rigorosamente conforme al regolamento, dimostrando che anche un’auto quasi standard può affrontare un rally-raid. “I tempi sono stati molto più stretti rispetto a quelli del raid in Marocco e hanno richiesto una guida precisa e costante -spiegano- Il nostro obiettivo è stato chiaro da subito: ottenere il minor numero di penalità possibile, evitare danni al veicolo e non perdere mai la rotta. Spesso siamo partiti tra i primi, situazione che richiede di navigare con attenzione e affrontare le dune con equilibrio, senza insabbiarsi”. Il deserto, però, ha regalato anche emozioni uniche: “All’inizio dell’ultima tappa, davanti a una duna imponente, abbiamo provato un po’ di ansia, ma analizzata la situazione, abbiamo trovato il coraggio di lanciarci. È stato divertentissimo… tanto che speravamo di trovarne altre!”. L’equipaggio piemontese, che ha conquistato il podio dell’Adventure TT2, chiude con un sorriso e un bilancio più che positivo: “Ogni edizione ci insegna qualcosa di nuovo e ci spinge a tornare. E quando arrivi primo di categoria, diventa quasi un obbligo riprovarci. Il clima tra gli italiani, l’assistenza degli organizzatori e la bellezza della Tunisia hanno reso questa avventura davvero indimenticabile”.

Ottomax: il piccolo Suzuki Jimny che sfida le dune
Un’altra storia tutta italiana è quella di Ottavio Gioglio e Massimo Bellia, entrambi di Novara, che con il loro Suzuki Jimny 1.5 AllGrip hanno dimostrato che anche un piccolo fuoristrada può dire la sua nel deserto. “A suo tempo, abbiamo conosciuto il Maroc Challenge grazie ad alcuni amici e ci siamo appassionati subito -raccontano -Dopo due edizioni in Marocco, la Tunisia ci ha incuriosito: un ambiente diverso, più sabbioso, ma altrettanto affascinante”. Per questa avventura, il team Ottomax ha voluto portare il suo Jimny a un livello superiore, con ammortizzatori più performanti e resistenti, spostamento della ruota di scorta all’interno per ridurre i rischi e un sistema GPS potenziato per affrontare la navigazione tra le dune. “Il Jimny si è comportato alla grande -spiegano- Abbiamo avuto qualche piccolo imprevisto, come uno stallonamento della gomma anteriore e un’insabbiatura a pochi chilometri dal traguardo, ma ci siamo sempre tirati fuori in autonomia. Con il giusto spirito, anche un problema diventa un’avventura”. Nonostante la fatica, la soddisfazione finale è stata immensa: «La voglia di vincere ci accompagna sempre. Ogni tappa è una sfida, e arrivare al traguardo con il nostro piccolo 1500 cc è stata una grande vittoria personale”. Non manca neppure un ringraziamento sentito a Rui Cabaco e alla sua organizzazione: “Oltre alla competenza, conta l’umanità. Lo staff è sempre gentile, disponibile e sorridente. Con persone così, anche le difficoltà diventano ricordi belli da raccontare”.

L’Italia protagonista assoluta
Gli equipaggi italiani hanno letteralmente fatto la storia di questa quinta edizione del Tunisie Challenge, conquistando la vittoria in tutte e nove le categorie. I protagonisti del trionfo tricolore sono stati: Team Rossi (Fiat Panda, Adventure C3), Caselani Team (Citroën Berlingo, Adventure C4), Similis Leonis Adventure (Jeep Renegade, Adventure SUV), Ottomax (Suzuki Jimny, Adventure TT1), Yellow Snail (DR PK8, Adventure TT2), Bergamo Team (Jeep Wrangler, Adventure TT3 -la categoria più numerosa), No Seatbelt Team (Ford Bronco, Raid), Roma 4x4 (Suzuki Jimny, Proto Rally) e Doppio Sorriso (Can-Am Maverick, SSV).
Un raid che continua a crescere
Sostenuto dalla Federazione Tunisina dell’Automobile, dall’Ufficio Nazionale del Turismo Tunisino e dalla compagnia marittima CTN, il Tunisie Challenge continua a crescere in numeri e prestigio. Dopo cinque edizioni, si conferma come una delle esperienze off-road più emozionanti del Nord Africa, capace di combinare competizione, avventura e spirito di squadra in uno scenario naturale unico. La prossima edizione si svolgerà dal 7 al 16 ottobre 2026, e promette nuove sfide, nuovi percorsi e la stessa, inconfondibile, passione per il deserto. Maggiori informazioni su www.tunisiechallenge.com
Testo Sonja Vietto Ramus
Foto Kico Moncada e S. Vietto Ramus




























