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L'avventura di una Panda 4x4 alla Dakar

L'avventura di una Panda 4x4 alla Dakar 

     

Più bello di un film. La piccola grande Panda 4x4 è arrivata a Buenos Aires.
Appena uscito dal tratto cronometrato Giulio dice "I 65 km dell'ultima speciale non ci hanno regalato nulla. La Dakar non ha regalato nulla nemmeno oggi. I canali erano molto profondi e dopo il passaggio dei camion la PanDAKAR faceva davvero difficoltà, ma ce l'abbiamo fatta, siamo riusciti ad uscire. Ora abbiamo il trasferimento di 600 km verso Buenos Aires."
Forse Giulio ed Antonio non si rendono ancora conto. Hanno scritto una pagina importante nella storia del motorsport. La prima auto italiana, la prima vettura marchiata Fiat, la prima utilitaria derivata dalla serie ha tagliato il traguardo del più duro ed estremo rally raid al mondo.
Il maltempo che ha contrassegnato questa edizione non ha fermato la Panda 4x4 di Orobica Raid. 9.000 km, solo 53 auto al traguardo rispetto alle 93 partenti. Senza contare che per ben 5 giorni l'altitudine non è mai stata sotto i 3.500 mt, affaticando il fisico degli equipaggi e i motori a causa della mancanza di ossigeno.
La Fiat Panda conferma il suo stato di grazia e tagliare al traguardo di questa incredibile gara equivale ad una vittoria.
PanDakar aggiunge un'incredibile record che si aggiunge a quelli stabiliti nel 2016: 190.000 immatricolazioni che confermano per il quinto anno consecutivo la vettura più venduta in Italia.
Grazie alle sue svariate motorizzazioni e versioni la rendono la scelta perfetta per qualsiasi utilizzo ed esigenza, dagli ostacoli cittadini alla neve... E da oggi, anche al deserto.

 

 

Tappa 10
Giorni lunghissimi, infiniti. Sono ormai la routine a cui questa seconda settimana ci ha abituati.
Lunghe assenze di comunicazione tra il team PanDAKAR in gara e chi cerca di avere notizie riguardo la situazione giornaliera. L'alluvione della zona che ha colpito Salta ha ritardato l'avvio del tratto di trasferimento a cui si doveva far fronte per raggiungere Chilecito. Per certo si sa che Yuri e Marco team hanno lavorato duramente tutto il tempo tra mercoledì e ieri mattina, per rialzare e curare la Panda 4x4. L'arrivo al bivacco è avvenuto solo alle 2 di notte tra l'incredulità di tutti. Ieri mattina la piccola belva è partita per la speciale, ma improvvisamente poco dentro la speciale il cambio si è rotto. La notizia è arrivata da un sms inviato dal camion che viaggiava su strada, chiamato T5. Il camion di assistenza partiva poco dietro Giulio ed Antonio e questo ha permesso di poter provvedere alla riparazione. La giornata non inizia bene. Le condizioni di lavoro in speciale non sono del tutto identiche alle operazioni che si potrebbero svolgere in officina con ponti ed attrezzi e così quello che si potrebbe fare in 2 ore si raddoppia o si triplica con estrema facilità. La Panda riparte, attardata ma c'è. Dalla serata di ieri non abbiamo notizie se l'equipaggio è riuscito ad uscire dalla speciale infernale o no. Il bivacco di San Juan dove la carovana della Dakar 2017 ha dormito in attesa della speciale di oggi sta per svegliarsi e molti veicoli sono ancora in balia dello stage 10 tra cui forse anche la nostra PanDAKAR ed il camion di assistenza.

Tappa di oggi: San Juan – Rio Cuarto: 759 km – 292 km di prova speciale per le auto, 288 km per i camion – Sarà l'ultima speciale difficile del rally nonché quella decisiva di tutta la gara. Gli ultimi chilometri si correranno sulla Cordigliera di Cordoba, e sarà l'ultimo passaggio impegnativo dell'intera Dakar 2017. 50 km di dune aprono la speciale e successivamente fondo da WRC tipico della zona dii Cordoba.

 

 

Tappa 8


L'odissea dei nostri eroi continua.
La storia riguardo la tappa di ieri ha dell'inverosimile.
Il sole finalmente arriva e a metà mattinata fa dimenticare il freddo della notte passata ad Uyuni. I piloti salutano la Bolivia, solo i piloti. Le assistenze sono a Tupiza per la questione "marathon". Mentre ad Uyuni splende il sole ed inizia la prima speciale, nella parte a nord dell'Argentina a Salta - città in cui sarebbe dovuta arrivare la Dakar nella giornata di ieri - si sta scatenando il diluvio. Da questo momento la gara resterà in balia di una tempesta durata diverse ore, in cui l'organizzazione stessa incontra grandissime difficoltà. Da una parte la città di Salta, che ha pagato per il passaggio della Dakar è in attesa dell'arrivo dei concorrenti e dall'altra una frana limita l'accesso alla città 200 km prima sull'unica strada percorribile per arrivarci. Alcune assistenze sono già oltre la frana ma altre sono sul versante opposto. La seconda speciale nel frattempo parte, ma l'organizzazione decide che i camion non possono transitare per via di passaggi troppo stretti. Per Giulio ed Antonio è stata una vera e propria impresa poter contare solo su se stessi per oltre 250 chilometri. L'organizzazione di questa movimentata Dakar decide in serata di annullare la tappa nr. 9 (che si sarebbe disputata oggi) per recuperare tutti i veicoli in speciale, e dai due lati della frana comunicando che per la serata un piccolo bivacco veniva allestito a Salta ed un altro nella cittadina di Tilcara. Alle 6.00 di questa mattina la Panda 4x4 arriva al bivacco con l'incredulità di tutti gli altri equipaggi non si avevano notizie oltre al primo tratto cronometrato: i telefoni cellulari erano stati inondati dall'acquazzone e dal fango creatosi in speciale. Con la tappa annullata oggi tutti i concorrenti e le assistenze sono attesi a Chilecito, per ripartire poi domani con la tappa 10. I meccanici del team potranno occuparsi della Panda prestando affettuose cure prima della tappa 10 da Chilecito a San Juan, non prima di aver fatto un lungo trasferimento di oltre 500 chilometri. Tappa 10 da Chilecito a San Juan 751 km – 449 km di prova speciale dove sono previsti fuoripista e fiumi in secca. Sarà questa l'ultima prova speciale lunga della Dakar 2017. Al termine della tappa numerosi passaggi trialistici non facili.

 

 

Giorno di riposo e tappa 7


Il giro di boa è stato fatto. Il Team PanDAKAR ha raggiunto La Paz nellla serata di venerdì. La tappa di quel giorno era stata annullata a causa del maltempo, una vera e propria apocalisse a dire il vero, con il bivacco di Oruro completamente allagato e i veicoli infangati. "La sicurezza prima di tutto" sono state le parole dell'organizzaione e così tutti gli equipaggi hanno dovuto raggiungere la capitale boliviana via strada. Un palco è stato allestito per tutti i concorrenti che hanno stretto la mano a Evo Morales, il presidente della Bolivia. Una folla lunga diversi chilometri ha aspettato la Dakar anche prima dell'ingresso in città. Quello che lascia veramente stupiti è il fatto che queste persone - si pensa a qualcosa come 2 milioni - hanno aspettato per tutta la giornata al freddo e sotto la pioggia. Ci sono anziani, donne e sopratutto bambini, ammirevoli e pronti ad applaudire sventolando le bandiere della Bolivia. Tutti i concorrenti ricorderanno bene questa giornata in cui solo un cenno con la mano, un lampeggio di fari o una clacsonata ha fatto esplodere di gioia la folla pronta a scattare foto o registrare un video. L'umanità di questo Paese rimarrà nella storia della corsa più famosa al mondo.Ieri il team ha provveduto a ripristinare l'auto cercando di rimetterla a nuovo pronta per la nuova settimana di gara in direzione Buenos Aires. La tappa di oggi che va da La Paz a Uyuni è chiamata "marathon" in quanto i veicoli gara al termine della speciale arriveranno al bivacco, ma non troveranno le assistenze che vanno direttamente a Salta, bivacco di domani sera.
Percorso: sabbia!

 

Stage 4 - 5
La scarsità di informazioni alla Dakar è da mettere in conto. Prima o poi si sapeva sarebbe accaduto. La zona boliviana in cui sta bivaccando tutta la carovana ha difficoltà di ogni genere. Pensate che se voleste andare in pullman, che in sud America è uno dei mezzi di trasporto più diffusi perchè i voli costano ancora parecchio, da Tupiza a Oruro per seguire la Dakar dovreste fare 560 chilometri attraverso le Ande, partendo da un'altezza di 3.300 metri e passando attraverso i 4.000 metri fino a raggiungere la città appunto di Oruro a 3.700 metri.
Ci eravamo lasciati con la tappa 3 che arrivava a San Salvador de Jujuy con non pochi problemi e la lunga notte della Panda nel deserto. La tappa 4 rappresentava la prima di 4 tappe da oltre 400 km di speciale. Solo un breve messaggio dal telefono di Antonio Cabini, il navigatore a bordo della PanDAKAR rassicurava sull'arrivo in piena notte al bivacco. La tappa 5 che da Tupiza portava a Oruro era suddivisa in due parti con un tratto centrale neutralizzato. Solo all'arrivo alla fine della prima parte, l'equipaggio della Panda è stato avvertito che la seconda speciale era stata annullata per via delle cattive condizioni climatiche. Il colpo di scena è arrivato poco fa: un vero e proprio nubifragio si sta abbattendo sul bivacco e A.s.o. - l'organizzazione - ha deciso di annullare la tappa odierna che avrebbe portato tutti i concorrenti a La Paz. Notizia che rattrista, ma allo stesso tempo dà modo di recuperare al meglio fisico e veicoli con un doppio stop. Domani infatti la carovana rispetterà il classico giorno di riposo nella capitale boliviana La Paz, e l'attività sportiva riprenderà lunedì.
PanDAKAR über Alles!

 

Stage 3 - La lunga notte


Se la seconda tappa è stata un calvario, la terza è sicuramente stata una catastrofe per molti equipaggi. La giornata che portava a San Salvador de Jujuy ha visto innumerevoli ritiri e ha portato problemi alla Panda 4x4 di Orobica Raid. Già prima del Wp1, il primo punto di passaggio in speciale, una grossa buca non visibile per via del fesh fesh ha letteralmente distrutto parte del supporto del mozzo ruota. Quando il camion di assistenza è arrivato, tutti hanno cercato di dare il proprio aiuto per risolvere il problema prima possibile e far ritornare in marcia la piccola grande belva. Da quel punto in poi è stato un susseguirsi di ritardi, accentuati da un Live Tracking sul sito ufficiale non sempre funzionante e da scarse informazioni dovute al fuso orario e all'impossibilità di mettersi in contatto con il resto del team. Pochi istanti fa la Panda è comparsa al WP8 della tappa di ieri e un sms ha comunicato l'arrivo al bivacco. "E' stata una notte davvero lunga per tutti. Si sono attraversati luoghi impossibili e la Panda ha avuto qualche acciacco, ma ciò che conta è che siamo arrivati" queste sono state le due semplici parole. Stringate ma esaustive da parte di Giulio. Tra poco d'ore l'auto ripartirà per la speciale nr. 4 verso Tupiza. Dune e passaggi a 3.500 mt. Per dormire ci sarà tempo.
Forza Panda, siamo tutti con te!

 

Stage 2
Il caldo insopportabile è stata la vera difficoltà di quella che sembrava essere sì una tappa lunga ma non eccessivamente data anche le alte velocità con la quale molti equipaggi hanno affrontato la giornata. Se poi ci aggiungiamo un tasso di umidità altissimo e il fatto che sia dedicata la notizia di apertura di tutti i telegiornali locali, non è cosa normale.
I piloti della PanDAKAR quasi rimpiangono il freddo dei risvegli in Libia e Marocco.
"La tappa è stata davvero un calvario" queste le parole di Giulio appena arrivato al traguardo ieri sera. Al bivacco PanDAKAR ci si chiede quando si salirà in quota perchè questo caldo davvero sta diventando insopportabile. La tappa di oggi è la nr. 3: San Miguel de Tucuman-San Salvador de Jujuy: 780 km. L’altitudine è servita ed accompagnerà tutta la carovana verso un drastico cambio di scenario. Un cambiamento per incominciare ad abituarsi alle tappe seguenti. 364 km di speciale per moto e auto e 199 per camion. La prima parte off-road sarà il primo vero test in termini di durata per veicoli e equipaggi. Attenzione e lucidità sono richiesti per l’attraversamento dei vari fiumi (detti Rios) ai piloti di auto e moto. I camion saranno esonerati da questi passaggi, risparmieranno così qualche difficoltà.

 

Stage 1


44 minuti e 45 secondi, ovvero 72esima posizione.
Questo è il tempo di uscita dalla prova speciale della PanDAKAR.
Solo 39 km si potrebbe dire, ma in realtà proprio le speciali più corte nascondo insidie e imprevisti. Lo sa bene il pilota quad nr. 260 che si è rotto un polso nei grandi canali creati dal passaggio dei veicoli e dalla pioggia degli ultimi giorni. La Panda a detta di Giulio ed Antonio si è comportata bene.
"Abbiamo cercato di non prendere troppi rischi in una speciale in cui si potevano fare solo danni. C'erano delle caregge molto profonde, secche e dure. Bisognava davvero andarci cauti." Oggi tappa decisamente più lunga: Resistencia-San Miguel de Tucuman: 803 km - 275 km di prova speciale per le auto, 284 km per i camion. Si va in Argentina. Per due giorni la carovana della Dakar resterà in questo Paese entrandovi con una speciale inedita che per la prima volta fa conoscere ai piloti il Chaco, paragonato da Marc Coma alla savana africana. Al briefing è stato detto di prestare attenzione per le alte temperature che potrebbero salire fino a 40 gradi. Chilometraggio importante per una speciale che si preannuncia polverosa. La Dakar è solo all'inizio.

 

Il podio di partenza


02/01/2017. Ieri alle ore 17 (locali) si è svolta la cerimonia di partenza sul podio allestito in pieno centro affacciato sulla Bahia de Asuncion ed è durata ben cinque ore. Tutti gli equipaggi in ordine inverso rispetto alla numerazione hanno salutato con una grande festa tutta la popolazione: prima i quad, poi le moto, le auto ed infine i camion. Oggi prima speciale di 39 km. La tensione non sarà poca alle 6 di mattina quando la prima moto lascerà la capitale del Paraguay. La prima auto entrerà invece nella ps alle 11.03 e il primo camion alle 13.45. La speciale sarà breve ma richiederà attenzione, tracciata su un percorso trialistico ma sabbioso. In caso di pioggia, ha assicurato Coma, non ci saranno problemi perchè si tratta di un terreno che assorbe bene. Un altro trasferimento di oltre 300 km porterà in Argentina i nostri piloti nella cittadina di Resistencia per il primo bivacco.

 

Come è trascorso l'ultimo giorno dell'anno

 

31/12/2016 Il nostro team ieri è stato impegnato nella sistemazione e perfezionamento dei veicoli perchè oggi ci sono le temute verifiche amministrative e tecniche.
Il piazzale dell'Hotel Ibis di Asuncion, quartier centrale e base logistica del team per i giorni prima della gara, ha visto tutti impegnati sui veicoli nelle frenetiche ed ultime ore prima del via.
La notizia del personale del team indaffarato sui veicoli si diffonde velocemente, e così, in un battibaleno c'è chi passa a salutare, chi vuole scattare una foto con il camion o chi semplicemente sbircia dalla strada.
Un via vai di persone ha animato tutta la giornata.
C'è anche chi si sporge dalla finestra dell'hotel per scattare una foto. Speriamo non sia stato svegliato dal rumore del trapano!
Serata e cena di capodanno trascorsa in Hotel scambiando auguri, ma pensando comunque alla gara che verrà. 

 

L'arrivo ad Asuncion

30/12/2016. Sebbene la voglia di raggiungere Asuncion non fosse poca, ieri (ed il giorno prima ancora) il clima non è stato dalla parte della squadra PanDAKAR. Anzi, per dirla tutta, ieri è stata proprio una giornata da dimenticare. Le nuvole hanno dato il loro "buongiorno" a colazione, lasciando intendere non fosse il giorno migliore per mettersi alla guida. Ma i nostri eroi sono ormai abituati alla guida particolare. Come se non bastasse l'acqua all'improvviso è arrivato anche l'olio. Sì, l'olio. Il tubo dell'olio del turbocompressore ha deciso di rompersi a qualche centinaio di chilometro dalla frontiera, riempiendo il vano motore ed il cofano della vettura. Prontamente Yuri e Marco, i due ragazzi che accudiscono la Panda 4x4, hanno risolto il problema. Quasi fosse un test. Da queste parti si dice "Mas vale ahora que en carrera!" ossia "Meglio adesso che in gara!".
Ieri in tarda serata il team ha finalmente raggiunto l'hotel ad Asuncion, dopo aver attraversato la frontiera per l'ingresso in Paraguay dove ci si fermerà fino al giorno della tanto attesa partenza.

 

Pioggia inattesa verso Asuncion

 

29/12/2016. Prime ore di viaggio verso Asuncion per tutti i veicoli della Dakar e quindi anche per la Panda italiana ed i camion di assistenza. La formazione di Orobica Raid non è ancora al completo. Alcuni membri del team sono in partenza domani. Sin da ieri, quando i nostri eroi sono arrivati a Buenos Aires, il tempo è stato incerto ed il cielo carico di nuvoloni pronti a scatenare un diluvio da un momento all'altro. E così è stato. Un benvenuto insolito per tutto il team che si aspettava ben altro, visto il clima freddo lasciato in Europa. Da ieri infatti si viaggia sotto una fitta e decisa pioggia. La Dakar parte in salita. Oggi ancora chilometri da percorrere prima di arrivare ad Asuncion, capitale del Paraguay e partenza della Dakar 2017.


info@pandakar.it
Orobica Raid s.r.l.
Chiuduno BG
Chiuduno, BG 24060
Italy

 

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