Una competizione senza eguali, con numeri da vero record, questa in sintesi è la situazione del Silk Way Rally, giunto a metà del suo tragitto. 12.800km, tre diversi paesi; Russia, Kazakistan, Cina, 15 tappe, 124 iscritti e verificati allo Stadio Luzniki di Mosca. Una spettacolare partenza dalla classica Piazza Rossa, con le cupole di San Basilio a fare da contorno, è stata la cornice iniziale di una gara, organizzata veramente ad altissimi livelli, sia per quanto concerne la logistica, sia per quanto concerne il tracciato di gara. Ci sono 350 persone impiegate nei vari ruoli, più altre 500 come volontari addetti a tantissime mansioni diverse, non ultimo il servizio di interpretariato, praticamente in ogni dove: dagli uffici di confine alle stazioni di servizio della Gasprom (sponsor ufficiale della manifestazione). La competizione è iniziata con la pioggia, così dopo un lunghissimo trasferimento da Mosca a Kazan di 849km, si è svolto il prologo, in una cornice davvero maestosa, un tracciato artificiale in sabbia, sullo sfondo del cremlino e della antica città di Kazan. Poi la pioggia ha costretto ad annullare la seconda tappa da Kazan a Ufa, e finalmente la battaglia ha inizio, soprattutto tra le tre Peugeot di Stephan Peterhansel/JeanPaul Cottret, Sebstian Loeb/Daniel Elena, Ciryl Despres/David Castera e le Mini X-Raid con un Yazeed Al Rajhi determinato a dare il massimo.
La tappa numero tre è stata caratterizzata da una prova speciale ridotta per via del tanto fango, ma i km percorsi sono stati molti ed intensi, infatti tutta la numerosissima carovana corsaiola ha attraversato il confine per entrare nello stato del Kazakistan. Le operazioni doganali sono state molto rapide, tutto era organizzato alla perfezione, con interpreti, addetti dell’organizzazione; incredibile! In soli 12 minuti abbiamo fatto il controllo passaporti in usciata dalla Russia ed in ingresso in Kazakistan, così raggiungere Kostanay è stato facilissimo e da qui la via verso Astana ha dato vita ad una nuova prova speciale di particolare bellezza. Lunga 300km tra le piste della steppa con un po’ di pioggia ed ancora fango ed un panorama mozzafiato, ai vertici sempre grande lotta tra le Peugeot e le Mini, mentre nelle retrovie non sono mancati i momenti impegnativi, i problemi tecnici ed anche di navigazione. Ed a proposito di navigazione, abbiamo incontrato l’unico pilota italiano a bordo di una toyota che corre senza navigatore: Pietro Fogliani. La sua scelta di partecipare in solitaria è dovuta al fatto che le gare fatte a bordo del quad lo hanno entusiasmato, perciò voleva provare anche in auto, il suo “motto” per questa gara è ripercorrere veramente la via della seta, così nei trasferimenti ascolta un audiolibro, veramente molto interessante, un saggio storico che riguarda la via della seta e puo’ letteralmente immergersi nelle avventure dei personaggi storici che hanno caratterizzato questa famosa strada, da Marco Polo a Gengis Khan.
Nella tappa da Astana, (città maestosa che ha accolto i partecipanti del Silk Way rally in pompa magna, chiudendo al traffico tutte le vie e scortando i concorrenti ed i veicoli del rally con le auto della polizia), a Blakash non sono mancati i colpi di scena. Stephan Peterhansel, leader in gara, al km 411 ha sofferto un danno notevole alla sua Peugeot ed è rimasto fermo in pista, dopo un buco preso forse un po’ troppo velocemente, come ci ha detto l’addetto stampa di Peugeot al bivacco, ha rotto sospensioni anteriori e posteriori, una riparazione di fortuna per raggiungere la fine della tappa e provare a ripartire; al limite sfruttando uno dei“jocker”. Nel regolamento del Silk Way Rally, infatti, contrariamente ad altre competizioni, ci sono ben tre “jocker”, quindi tre possibilità di avere aiuto durante le giornate di gara, senza per questo essere eliminati dalla competizione, “pagando” solamente la penalita’ di 100 ore, che ovviamente incide a livello di classifica, ma permette ai concorrenti di proseguire un’avventura con la A maiuscola ed ovviamente arrivare a Pechino.
La tappa numero 6 ha portato tutti ad Almaty ed al giorno di riposo, con una prova speciale interrotta a circa metà per via della tempesta di sabbia; tali condizioni meteo non permettono agli elicotteri di volare, pertanto per questioni di sicurezza anche i veicoli in gara si sono trasferiti al bivacco in convoglio. Di fronte al lago rosa a soli 16km dalla partenza è stato bello vedere la foga con cui i veicoli in testa hanno attraversato il chot, dando vita a derapate e sorpassi spettacolari, soprattutto nella categoria camion, dove è lotta aperta tra il Renault del Team Mammoet ed il Kamaz “padrone di casa”.
Dopo il giorno di riposo ad Alamty, una prova speciale di 76km per salutare il Kazakistan ed affrontare il confine via terra per raggiungere Bortala in Cina. Un confine che normalmente e’ chiuso al traffico, aperto per l’occasione, con una maestosità davvero incredibile. I veicoli del rally sono stati controllati ma non in modo eccessivo, quindi un oretta ed il gioco è fatto. Certamente non mancava una foltissima presenza di polizia, tutti sull’attenti, con tutti i veicoli a lampeggianti accesi. Un’esperienza molto significativa e molto sentita dai partecipanti, e dagli stessi organizzatori, che hanno lavorato a lungo per creare le giuste relazioni politiche ed ottenere tutti i permessi. I piloti e tutti gli addetti ai lavori sono transitati facilmente, raccogliendo anche la propria patente di guida cinese e la targa cinese, per il proprio veicolo. La tappa numero 8 ha portato la carovana da Bortala a Urumqi con 905km di strade di cui 260 cronometrati, lungo piste sabbiose piuttosto polverose e dure, naturalmente non sono mancati i problemi meccanici, ma nulla di clamoroso rispetto alla tappa numero 9 da Urumqi ad Hami, lungo una prova speciale che offriva un mare di dune a partire dal km 3 del tracciato. Moltissimi veicoli sono rimasti nella morsa della sabbia, ed hanno raggiunto il bivacco giusto in tempo per partire per la tappa numero 10, mentre altri, partiti tra gli ultimi sono, addirittura, arrivati al bivacco del giorno seguente a Dunghuang. Cio’ nonostante i veicoli in gara sono ancora 104 che è una percentuale altissima se si considera che una parte partecipava al campionato russo che si è concluso ad Almaty. Lungo le tappe cinesi, molti trasferimenti vengono effettuati lungo l’autostrada G30, e tutti i pedaggi autostradali sono annullati per i partecipanti al rally, un’organizzazione davvero incredibile, attenta ad ogni singolo particolare. E questo fatto è stato dimostrato durante la tappa numero 11 da Dunhuang a Jiayuguan, annullata per le terribili condizioni meteo: una tempesta di sabbia davvero impressionante, ha ridotto la velocità persino sulle strade normali. L’organizzazione ha prontamente trasferito tutta l’attività media, tv, medica ecc in città nell’hotel più grande, fornendo tutti i collegamenti del caso.
La gara è ripresa regolarmente nella tappa numero 12 da Jiyuguan a Alxa Youqi, con un tracciato cronometrato di 400km con una prima parte veloce e poi dune e dunette in uno scenario mozzafiato; ed e’ stata questa tappa a decretare un notevole cambio in vetta alla classifica, infatti la Peugeot leader di Sebastian Loeb e Daniel Elena ha mancato 2 Wp ed ha preso 4 ore di penalità, cosi’ con il grande scivolone si riapre la battaglia in casa Mini con Yazeed Al Rajhi grande favorito, visto il terreno delle ultime tappe ed il compagno di squadra l’inglese Hunt a cercare di risalire sul podio. Alla fine della tappa numero 13 che ha portato tutti a Wuhai con un totale di 624km, si contano ancora 96 classificati. La tappa numero 14 ha raggiunto la città di Hohhot, con una prova cronometrata di circa 500km con una prima parte formata da piste veloci ed un po’ di dune giusto per concludere la prova nel deserto dei Gobi. In vetta alla classifica non ci sono grossi cambiamenti, Ciryl Despres e David Castera hanno amministrato bene il loro vantaggio di 31 minuti ed hanno cosi’ conquistato il podio con la loro Peugeot DKR308. Sul secondo gradino del podio il Saudita Yazeed Al Rajhi che ha anche vinto l’ultima speciale rosicchiando ben 6 minuti; un’altra mini, quella di Harry Hunt e Andy Schuls sul terzo gradino del podio.
Anche l’unico italiano in gara, Pietro Fogliani su Toyota, ha portato a termine la lunga e durissima competizione: un traguardo veramente molto importante. Nella categoria Camion, la lotta durata per tutte le tappe tra il Reanult del Team olandese Mammoet ed il Kamaz si e’ conclusa a favore di quest’ultimo con la vittoria di Mardeev.
Le classifiche dettagliate sono disponibili su www.silkwayrally.com
Testo e foto di Fuoristradaweb.com