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Progetto di viaggio dall’Oceano Atlantico all’Oceano Indiano

Moreno Torricelli, non sono pochi coloro che del 4x4 ne hanno fatto uno stile di vita, ma il fiorentino Moreno Torricelli rappresenta senza dubbio un’eccellenza con ben 30 anni di viaggi in solitaria in Africa ed oltre 5 milioni di km percorsi tra deserti, savane, montagne, paludi, laghi e fiumi.

 

Torricelli, oltre alle sue doti di guida e conoscenza di meccanica e riparazione di automezzi, ha notevoli capacità di riprese video e fotografiche ed alle spalle anche gare automobilistiche, come pilota su camion Astra alla "Dakar" del 1992 e alla "Paris - Le Cap".

 

Il suo nuovo progetto presentato al 4x4Fest dal titolo "Congo cruise to Kisangani" dall'Oceano Atlantico all'Oceano Indiano, merita sicuramente una particolare attenzione.

 

Nato a Incisa Valdarno il 5 marzo 1952, ha alle spalle numerosi viaggi programmati e realizzati da solo in ogni parte dell’Africa, la prima volta nel 1983 e da allora è ritornato quasi ogni anno, inizialmente come un normale turista in viaggi organizzati da agenzie specializzate, finché non ha deciso di voler visitare questa terra eccezionale in modo diverso.

 

Ci racconta:

Un giorno tornando per lavoro dall’Inghilterra, ho notato sul traghetto per Calais, una Land Rover 110 rossa, equipaggiata per lunghi viaggi… splendida! Il proprietario, un geologo inglese, stava andando nel Sahara Algerino per alcuni mesi in piena autonomia… affascinante! Decisi allora che anch’io ne avrei avuta una simile e magari provare a visitare l’Africa con quella. Poco tempo dopo ho acquistato una Land 110 nuova, l’ho attrezzata un po’ non sapendo ancora bene quello che occorreva per un viaggio di quel genere e nel 1986 insieme a mia moglie sono partito per il nord Africa, Marocco, Algeria, Tunisia… eravamo in pieno agosto ed abbiamo ben presto scoperto cos’è il caldo del Sahara! Il seme del piacere della scoperta e dell’avventura si era però insediato dentro di me e già prima della fine di quel viaggio pensavo a come ripartire per altre affascinanti mete africane.

 

 

Negli anni seguenti ho infatti realizzato diversi altri viaggi e con l’esperienza cresciuta di volta in volta, ho continuato programmando obbiettivi sempre più lontani e impegnativi, privilegiando i percorsi poco battuti, lontano dai centri abitati, tra deserti, foreste, popolazioni isolate, talvolta anche in aree rischiose e di difficile accesso, ma ricevendo grandi gratificazioni tanto da farmi sognare di continuo  nuovi percorsi e mete da raggiungere.

 

 

 

Dopo i primi anni di viaggi in compagnia della moglie e di qualche amico, forte della sicurezza acquisita in me stesso e dell’affidabilità del mezzo meccanico da me perfezionato di continuo ad ogni rientro a casa, da ormai 20 anni ho deciso di realizzare i miei viaggi da solo, senza compagnia. Questo fa certamente aumentare le fatiche e i rischi negli instabili paesi africani, si è molto più esposti innanzitutto alla delinquenza comune (specialmente nelle grandi città), al possibile incidente o malanno fisico, ad un guasto meccanico in zone isolate… di contro quando si è soli, scarichi dalle responsabilità verso compagni, si è molto rapidi nelle decisioni da prendere, non ci sono discussioni… inoltre, non sentendo più parlare la tua lingua, devi sforzarti per capire e farti capire e dovendo così relazionarti con la popolazione del posto, si entra più facilmente nella realtà del paese, insomma si vive di più l’esperienza del viaggio. Trovare poi un compagno (o più) con le tue stesse motivazioni ed interessi e che sia disposto ad accettare tutti i disagi, le fatiche, e talvolta i rischi per cercre di raggiungere certi obbiettivi… non è facile.

 

Ad oggi, a distanza di 30 anni dal primo, ho ideato e portato a termine più di 20 viaggi in tutto il continente nero, visitando più o meno bene 47 dei 54 stati africani percorrendo 280.000 km e … sempre con la stessa macchina, quella Land 110 del 1986 che mi ha permesso di arrivare alle mete prefissate, le poche volte che questo non è accaduto è stato per altre cause.

 

Ho naturalmente dei bei ricordi di queste mie esperienze e volendo rammentare le più significative penso… alla discesa sul fiume Ubangui e Congo con la Land sopra una chiatta per 1200 km nel 2005… alla permanenza tra le tribù Dinka nel Sud Sudan nel 2009… al magnifico spettacolo delle gole di Archei nel Tchad visitate nel 1999 e 2005… alla selvaggia bellezza della Dancalia nel 2010… all’emozionante incontro ravvicinato con i gorilla del Congo nel 1990 e 2017… alla prima traversata della foresta equatoriale nello Zaire del 1990…

Purtroppo nei giorni attuali alcune di queste destinazioni sono diventate impossibili da raggiungere, la stabilità degli stati africani è andata sempre più a deteriorarsi in questi ultimi anni generando conflitti, povertà, migrazioni, aree ad alto rischio… e le soluzioni a tutto questo appaiono molto lontane.

Il tempo in cui si poteva passare le notti in macchina in pieno deserto o nel fitto della foresta anche con le portiere aperte… è finito, quel magnifico senso di pace e libertà assoluta che certi luoghi hanno il potere di trasmettere è adesso guastato da un velo d’inquietudine, di insicurezza… facendo crescere ancor più la nostalgia dei tempi andati.

Questo mi è accaduto anche nell’ultimo viaggio iniziato nell’inverno 2016 interrotto per mesi e concluso nella primavera successiva.”

 

 

Il nuovo progetto di viaggio: Congo Cruise … to Kisangani

Dall’Oceano Atlantico all’Oceano Indiano

 

"Nel marzo 2017, dopo un lungo viaggio via terra, sono arrivato a Brazzaville sulle rive del fiume Congo, di fronte la città di Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo (R.D.C.). A causa dell'impossibilità di avere il visto di entrata in quel paese ho dovuto chiudere là il progetto di risalire il grande fiume per tre/quattro settimane fino alla città di Kisangani. Il nuovo progetto di viaggio prevede tra l'altro di ritentare questa impresa; quindi una volta ripreso la Land spedita via nave dall'Italia al porto di Libreville in Gabon, mi dirigerò nel nord/est di questo paese verso la piccola città di Makokou. Qui mi organizzerò per discendere in piroga a motore il fiume Ivindo ed arrivare attraverso la fitta foresta equatoriale, fino alle cascate di  Kongou, dove lo spettacolo è assicurato in ogni periodo dell'anno. L'escursione con almeno una notte in tenda presso le cascate, prenderà circa tre giorni prima di entrare a Makokou. Mi dirigerò poi verso sud e passata la frontiera con il Congo, all'altezza dell'area protetta di Lesio-Louna, lascerò di nuovo la Land per la piroga sul fiume Lefini, poi a piedi nella foresta per avvicinare i gorilla di pianura presenti in buon numero nella zona ma sempre difficili da trovare. Poi senza indugi giù fino a Brazzaville, dove con un traghetto passerò il fiume Congo per giungere a Kinshasa, la capitale della R.D.C. situata sull'altra sponda. Qui aspetterò (quanto tempo non so...) che si formi un convoglio di chiatte e metterò la Land su una di esse; una o due volte al mese, dipende dalla disponibilità del carico, c'è una partenza per risalire controcorrente il grande fiume fino dove è navigabile, cioè alla città di Kisangani nell'est del paese distante più di 1700 km. Il viaggio sul fiume Congo, attraverso la seconda foresta equatoriale del pianeta, dentro il cuore verde dell'Africa, è una autentica avventura, nulla qui è certo e tutto è possibile! Ogni genere di imprevisti di natura umana ed ambientale possono accadere durante il lungo tragitto, guasti meccanici, incidenti e insabbiamenti nei bassi fondali, violenti temporali, fitte nebbie, controlli e burocrazia esasperante, estorsioni di denaro con (o senza) divisa, soldati ubriachi, ladri che di notte abbordano il convoglio, estenuanti attese per motivi di carico, chiatte sovraffollate di gente, merci, animali, servizi igienici inesistenti, il tormento degli insetti notturni... il tutto per giorni e giorni in un caldo umido soffocante e sotto un sole impietoso... di certo un’esperienza indimenticabile! A seconda degli accadimenti dopo tre o quattro settimane, il convoglio di chiatte dovrebbe arrivare a Kisangani, dove un bianco con la propria auto è come manna dal cielo per gli avidi addetti nei vari uffici di polizia, gendarmeria, dogana, funzionari della "sicurezza" e dell'immigrazione, militari... e comunque una volta superato a suon di dollari tutta la macchina estorsiva, mi rimetterò di nuovo alla guida per poi fare una sosta all'altezza delle rapide di Stanley sul fiume Congo non lontano dalla città. Qui ci sono i Wagenia, un popolo che pratica un particolare sistema di pesca, usando delle lunghe nasse che da ardite impalcature sul fiume, vengono calate proprio in mezzo alla corrente più impetuosa per catturare i pesci. A bordo di una canoa cercherò di avvicinarmi più possibile e filmare il rischioso lavoro di recupero nasse da parte di questi pescatori/acrobati.

Riprenderò la disastrosa pista nella foresta verso est fino alla regione dell'Ituri abitata dai pigmei Mbuti e con il loro aiuto cercherò di avvistare un animale molto difficile come l'Okapi, strana creatura metà zebra e metà giraffa, una rarità che vive solo nella giungla dell'Ituri. Sarò in una zona poco sicura, il nord Kivù, terra ricca, ambita da molti per i minerali preziosi, ma se mi sarà possibile vorrei giungere a Goma quasi sul confine con il Ruanda e lì organizzarmi con guide e portatori per salire sulla cima del Nyragongo, spettacolare vulcano attivo alto più di 3.000 metri.

Dopo questa escursione di 4/5 giorni, lascerò il Congo per il Rwanda, un piccolo paese al momento abbastanza tranquillo, potrei andare a vedere il parco dell'Akagera oppure passare la frontiera ed entrare in Tanzania. A seconda delle forze ( e dei soldi) rimasti, in questo paese andrò a visitare l'isolato parco nazionale del Katavi e quello del Ruaha ricchissimo di animali, poi non rimane che puntare verso l'Oceano Indiano e a Dar es Salaam, imbarcare la Land per l'Italia e prendere un aereo per rientrare a casa."

 

Durata prevista del viaggio: 60/80 giorni, percorso su pista: km 7.000, percorso via fiume: km 1.700. Paesi interessati: Gabon, Congo, Repubblica Democratica del Congo, Rwanda, Tanzania.

 

Punti forti del viaggio: Le cascate di Kongou in Gabon, i gorilla del Lesio_Louna in Congo, la navigazione sul fiume Congo nella R.D.C., i pescatori Wagenia nella R.D.C., i pigmei Nyragongo nella R.D.C., il vulcano Nyragongo nella R.D.C., i parchi nazionali Katavi e Ruaha in Tanzania.

 

Per contatti:

morenotorre.352@gmail.com  tel 0039-3483396243

 

 

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