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Challenge Sahari International 2015

E’ andata all’equipaggio Alahoum Fodil e Mazouzi Djilali su QT Wildcat DKR500, al traguardo in poco più di 9 ore, la vittoria in categoria T1 (classe 1) della prima edizione del Challenge Sahari International, il rally raid organizzato dalla FASM - la Federazione Algerina degli Sport Meccanici - e patrocinato dal Presidente della Repubblica, svoltosi dal 1° al 9 Novembre in Algeria. Quattro tappe e poco meno di 1200 km di speciali, suddivisi in 5 prove, con partenza e rientro su Laghouat, dopo il via ufficiale alla presenza delle autorità cittadine sull’Esplanade Makam Chahid di Algeri. La capitale, scelta come base logistica per questo evento motoristico, ha accolto con entusiasmo, assieme a piloti e appassionati, il grande ritorno della specialità tout terrain nel paese in cui è nata negli anni ’70. Se gli algerini in gara con il numero 118 si sono aggiudicati il gradino più alto del podio con dieci minuti di vantaggio su Alwin Oud e Niels Hatzmann (Paesi Bassi), sempre su Wildcat, e con 18’ sulla Toyota Land Cruiser terza classificata di Ben Mansour/Gasmi, il miglior tempo in T1 classe 2 è andato invece a Ali e Mohamed Mkaoucham, ancora portacolori d’Algeria, al traguardo in 11h40’58”. “Le più belle tappe di sempre della Dakar si sono svolte in terra algerina – commenta il navigatore Hatzmann, impegnato nel campionato olandese oltre che in rally africani – La prima PS di questo challenge in direzione sud è stata incredibile: canyon e dune scorrevoli ci hanno permesso di raggiungere velocità sino ai 155 km orari. Nella seconda speciale del terzo giorno, da Timimoun a El–Abiodh Sidi Cheikh, abbiamo forato uno pneumatico, prontamente sostituito, perdendo però tempo prezioso ai fini della classifica. A parte questo, il nostro 4x4 si è comportato egregiamente dimostrandosi performante con il grintoso motore Jaguar da 320 CV e i robusti ponti Land Rover. Un’esperienza assolutamente da ripetere nonostante i problemi organizzativi legati a tutte le prime edizioni dei nuovi rally”. In T2 la vittoria è stata assegnata ad un altro equipaggio di casa, Megueni/Ben Bekhti, su Mercedes, con un tempo di 14h57’11” mentre per la categoria buggy a conquistare la pole sono stati Mehdi Ouazene e Nadir Sahlaoui che in 12h35’30” hanno completato il percorso di questa prima edizione internazionale del Challenge Sahari targato FASM.

 

 

Successo italiano in T4 grazie al podio assoluto di Marino Mutti, navigato da Andrea Mazzoleni, su Unimog U400, al finish in poco più di 11 ore e con un distacco di sole 2h dal vincitore della classe 1 T1. Dopo la vittoria al Transanatolia di agosto, l’equipaggio bergamasco si è presentato allo start del rally raid algerino dove a bordo del performante Mercedes da 300 CV ha affrontato il tracciato di gara raggiungendo El Menea, Timimoun e El-Abiodh Sidi Cheikh attraverso l’erg per poi risalire verso Algeri. “Un bel percorso, anche se non particolarmente difficoltoso alla guida del camion, che ci ha permesso di gareggiare su piste veloci e tratti di dune – spiega Mutti - I paesaggi (quelli del Grand Erg Occidentale ndr) sono stati davvero entusiasmanti. Ridurre i lunghi trasferimenti su asfalto fra una tappa e l’altra sarebbe una delle migliorie per la prossima edizione”. Al secondo piazzamento della T4 gli altri italiani iscritti in gara, con il numero 121, Elio Moro e David Giovannetti, su Man F2000 portacolori del TeamItalia, attardati al traguardo a causa di uno stallonamento prima e una foratura poi. Fra le due ruote ad aggiudicarsi il top della classifica nella 450 cc è stato l’italiano Giovanni Stigliano, su Yamaha WRF 449, che ha staccato un tempo di 10h44’09” precedendo gli algerini Mohamed Serat e Ali Sidi Mohammedi, rispettivamente su KTM 450 SFX e EXC 450, di 1h21’ e 1h42’. “Le prime edizioni non sono mai perfette a livello organizzativo ma in compenso riservano sicuramente il fascino dell’improvvisazione e quel brivido che caratterizza più un’avventura che un rally vero e proprio – commenta Stigliano, classe 1973, già allo start di Libya Rally, Tuareg Rally e Rally Albania degli ultimi anni – Mi sono allenato duramente nei mesi scorsi per presentarmi in forma a questo appuntamento: non esiste competizione più estenuante paragonabile a un rally…già portarlo a termine sarebbe un grande successo. Se poi riesci anche a staccare il miglior tempo, beh il gioco è fatto!” Sempre in 450 da segnalare anche l’ottavo piazzamento di Gianluca Grassi (KTM 450) e l’undicesimo di Davide Preda, su BMW 450X, mentre Giada Beccari, una delle due donne italiane allo start di questo rally, alla guida della sua KTM EXC 400, si è classificata dodicesima in questa sfida a 2 ruote interamente italo-algerina. Nella categoria 250 cc il Challenge ha visto la sola presenza del pilota di casa Mohamed Tafzi su Yamaha WRF mentre nella over 450 la competizione è tornata ad essere agguerrita grazie alla partecipazione di 18 piloti. Il podio è andato a Ali Sahlaoui, su KTM 500 EXC, al traguardo in 10h20’20”, seguito da Hadj Ouzene (KTM 525 EXC) e da Abdelkrim Lameche (Honda XR 650). Fra le fila dei piloti francesi si sono ben comportati Yann Dubois e Nicolas Garcia, su KTM 525 e 690, che hanno preceduto in classifica gli italiani Pietro Pasti (Husqvarna TE 510), Barbara Werner (Husaberg FE 550) e Gianluca Biganzoli (KTM FS 530), settimo, ottava e nono della generale di categoria. In undicesima posizione ancora un italiano, il grossetano Stefano Turchi, su KTM 690 Rally, che ha preceduto di 4 minuti l’arrivo al traguardo di Fabio Zanone (KTM 660 Rally Replica) e di 8’ Stefano Scardina, al tredicesimo posizionamento in classifica. Da segnalare infine le buone prestazioni dei francesi Guy Raphat (KTM EXC 525) e Jerome Sarassat (Yamaha WRF 451)

 

Allo start di questa prima edizione del Challenge Sahari anche la categoria quad che ha visto un podio interamente italiano con Giovanni Stefani e Franco Picco, entrambi su Can Am 800, sul primo e secondo gradino assoluto (al finish in 12h45’26” e 12h50’ netti) seguiti da Luca Beschi (Yamaha Raptor 700) a + 1h36’23”. Ad affiancare il rally anche le formule raid e regolarità che hanno visto equipaggi europei e algerini affrontare in auto e moto le piste di gara sulle tracce della Dakar. Chott, palmeti, plateau di sabbia e falesie rossastre hanno accompagnato l’avventura off road di una trentina di equipaggi anch’essi impegnati nelle 4 tappe a road book preparate per questo evento motoristico. “Al di là dell’aspetto sportivo, questo rally raid è stato un importante circuito turistico che ha permesso, nonostante i suoi problemi, di far scoprire a tutti i paesaggi del deserto algerino in totale sicurezza” – spiega Chihab Baloul, presidente della Federazione Algerina. Maggiori informazioni su www.algeriett.com

 

Testo e foto

Sonja Vietto Ramus

sonja.vietto@gmail.com

 

 

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